ROMA – Teatro QUIRINO
NATALE IN CASA CUPIELLO
di Eduardo
NATALE IN CASA CUPIELLO
di Eduardo
Poetica interpretazione di Carlo Giuffrè
“Natale in casa Cupiello” è un’opera di purissima poesia, resa ancora più alta e ispirata dal magistero interpretativo e dalla regia di Carlo Giuffrè.
Luca Cupiello è un uomo ormai alle soglie di quella età in cui tutte le scelte della vita sono già fatte e null’altro resta se non attendere eventi tanto temuti quanto ineluttabili. Eppure è rimasto un fanciullo legato alla poesia del Presepe, del profumo del muschio, della discesa dei Re Magi, della divina semplicità dei Pastori. Da questa irrisa solitudine cercano di non distrarlo la moglie e i figli, che convinti di conoscere la vita e le sue regole procedono con ossessione a tenerlo all’oscuro di tutto quanto accade nella famiglia e ai figli. E accade che una figlia sposata per comodo ad un ricco commerciante molto più grande di lei per volontà della madre, si accorge di non amarlo quando un ragazzo, più povero ma più giovane, le dichiara il proprio amore e con lui inizia una nuova relazione. La mamma le ricorda che è sposata,… che il suo uomo è quello che ha sposato,…. che le vuole bene…. e non le fa mancare nulla…. E con ottusa protervia le intima di lasciare il ragazzo, perché quella relazione fuori dal matrimonio contrasta con il buon nome della famiglia e con il buon costume dell’ambiente sociale nel quale vivono.
Al pranzo di Natale dove per caso tutti di casa Cupiello e il giovane si trovano assieme, gli inganni sommersi, i tradimenti coniugali emergono nella loro violenza distruttiva, le rivalità sopite scoppiano con prepotenza alla presenza di Luca che riportato bruscamente alla realtà subisce un attacco cardiaco che gli sarà fatale. Dal letto di morte, nel silenzio pettegolo dei vicini, nel rimorso colpevole della madre, in una atmosfera illuminata da luci pallide ed esangui Luca quasi in dormiveglia chiama la figlia e il suo ragazzo e raccomanda loro di amarsi. “L'amore deve andare con l'amore e non con la legge”. Stringe loro le mani e reclinato il capo dà l’addio al mondo.
Il Presepe tutto illuminato, comincia a spegnersi e la sua luce si trasferisce fuori sul balcone, dove cominciano a spuntare le prime luci dell’alba. I giovani benedetti dal Padre si avviano mano nella mano a guardare il sole per poter prendere luce e calore, escono sul balconcino a guardare il nuovo giorno che sta per nascere, a guardare l’alba del loro giorno. Piano piano nei pensieri dei due si fanno chiare ed eloquenti le immagini sbiadite del presepe che torna ad illuminarsi. Poi piano piano il presepe si rispegne fino a lasciare un solo raggio intensissimo che dalla capanna illumina con forza non più naturale il volto esanime di Luca Cupiello.
La semplicità dell’Uomo che crede nel messaggio del Presepe, coglie e incoraggia l’amore della figlia, autentico e non imposto dalle convenzioni sociali difese con ostinata caparbietà dalla moglie, si trasfigura e diventa il comandamento eterno dell’Amore.
Poesia. Sublime poesia.!
Manlio Mirabile